Dolce nettare, d'ambrosia e d'idromele, profumato, bollente, questo è la tua bocca mentre sfiora la mia, vorace la invochi, leccandone la polpa, e suggelli in un istante il desiderio, la fame che ho di quell'essenza... l'essenza di te... nel buio arranco, cercando le tue mani, attento a non tradire l'ardire che mi turbina dentro, e che la violenta bramosia della tua carne t'inviterebbe a respingermi, eppure è una vampa dentro, e nasconderlo m'è arduo; potrei navigare i sette mari e varcare le soglie del tempo e camminare nel vuoto infinito, ma non privarmi del fulcro del mio essere, non orbarmi della perla dei miei occhi, diamante, non spogliarmi di te.
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