Io qui dietro la finestra, oltre i vetri un mondo piccolo, quadrato appunto come la finestra. Appare oltre i vetri, sfocato perché velato dalle tendine che arabescano fiori. Un mondo immoto, dove a volte per ore non accade nulla. Dietro la vecchia fabbrica che si staglia contro il cielo, le cime delle montagne spuntano bianche di neve. La gatta bianca della vicina torna a casa entrando dal balcone passando per i tetti incatramati, vivida macchia in movimento. Voli di uccelli: gazze, tortore, passeri rompono l'aria immobile quando in assoluta mancanza di vento vedo gli abiti stesi ad asciugare come morti cadaveri appesi ai fili del balcone dell'altra vicina. Un cortile di donne. A volte le presenze umane che vanno e vengono, il rombo delle auto che si infilano nei garage rompono quella quiete relativa. Dall'alba al tramonto variano i volumi delle cose, nel girare in tondo della luce del sole, nella prospettiva sghemba delle ombre. Nelle notti di plenilunio la luce argentea e fredda della Luna genera ombre di nascosti fantasmi. Poi viene la danza della neve lieve, per ore e ore piccoli, grandi fiocchi, ancora una volta cambiano quel mio mondo quadrato rendendolo immacolato. Che dire delle nuvole mai uguali rosee, nere, come bianco zucchero filato. Disegnano draghi, angeli, palazzi incantati che vengono lacerati dalle strisce degli aerei, bianca scia in un giorno che vola via. Sopra tutto questo quadrato, piccolo universo il cielo ad ogni istante uguale ma sempre diverso.
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