Le tue mani rugose, accompagnavano i miei primi anni di vita ed in quelle mani, v'era il conforto della saggezza. Ricordo ancora i tuoi racconti, che nelle giornate raccolte dal freddo dell'inverno, erano pillole di saggezza e d'esempio per noi figli dei tuoi figli. E nelle sere di nebbia un tuo sorriso sembrava regalarci la luce della tua mai abbandonata speranza. E tra quelle mani, che di rughe e calli il lavoro tuo faticoso incise ritrovavo il calore delle tue carezze, come un padre che per il figlio si scopre, per ripararlo dal freddo della vita. Ricordo ancora i tuoi sorrisi, così come i tuoi rimproveri che rafforzavano l'anima mia. Ed ho ancora tra le mani i tuoi preziosi semi che mi desti che adesso semino nel terreno della vita, quella vita che amaramente mi derubò, della tua preziosa presenza. Un ultimo respiro tra le mie braccia... sentii la placida morte a te arrivare che spietata, ti strappò da me. L'ultimo tuo sguardo al mondo un istante agonizzante ti soffocò il respiro, quell'istante, che mi travolse nel dolore per averti perso. Quell'istante, suggellato da quell'urlo impotente che invano ti chiamò a sé.
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