Stupida la competizione tra donne, corrotta corsa a staffetta, tutte impegnate a primeggiare in certe gare, nel cui trofeo ambito il tradimento è ben celato.
Schiave di combattimento in anfiteatro con l'ossessione di trionfare, pronte, senza regole, a schiacciare la dignità e l'onore.
Seguono, pedinano, infide amicizie fingono per l'avversaria circuire e i suoi punti deboli identificare.
Belve inferocite da desiderio e fame d'amore, cuori già malati con artigli si perforano, brandelli di carne di morte speranze si strappano, preferendo sanguinare piuttosto che rinunciare.
Dal proscenio, l'Imperatore famelico di fresca selvaggina, narciso, l'ego tronfio si ammira, gode del massacro delle rivali e quando la carneficina lo comincia ad annoiare, da nuove vittime sedotte si fa portare in fallocratica processione.
Concludo con monito e scrivo, donne, invece di scendere nell'arena a lottare, accettare il ruolo di vittima sacrificale, bisognerebbe quel re malefico spodestare, le sue menzogne disvelare, burlarsi di lui, cinicamente giocare, per umiliarlo e lasciarlo di bisogno morire.
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