Fuori da mura strette, fuori da grave materia, viaggio nella mia dimensione, quella più pura, più viva, così vagamente profusa.
Il fascino di abbandonarmi svincolata da sì piatte forme, sgombra da ogni mio greve, parto per luoghi ardenti... ... quei paesaggi densi, vividi nei colori e caldi nell'alitare, lontani, al di là del mare.
A piedi nudi volteggio su immensi tappeti di sabbia, soffici e vellutati, come impalpabili fiori. Leggiadra nuoto nell'aria coperta da un complice velo, che, appena ondeggiante, carezza le forme sinuose.
Mentre, sirena, io danzo tracciando anelli di brama, magiche sagome d'aria e colore da me si dipartono, lente, e poi si dissolvono, ai venti.
I sospiri sollevano sabbia, più che nebbia un vortice nasce. Del vortice mi vesto se voglio celarmi al tuo sguardo. Invece, col vortice stesso una trappola io forgerei per farti gustare, beato, avvolti in sublime tepore, riccioli di dolce ardimento.
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