Mamma... cosa vorrei darti... forse un mondo nuovo dove potresti sorridere libera priva di schemi e di divieti assurdi, ma solo quelli conosci... e ti strapperei via dalla tua errata e impostata consapevolezza e ti farei osservare i laghi che forse ami, quelli con i voli di oche selvatiche e con libellule esili... e ti porterei a vedere davvero un tramonto, così per mano per poi lasciarti li da sola, si da sola a ripeterti fino a spaccare quel tuo credo fatto di filo spinato per questa terra, fino a guardarti davvero e a vedermi per la figlia che semplicemente sono, quella che ami, la stessa che ti spaventa... e io, mamma, ti prenderei in braccio come una bimba perché saresti stanca sfinita, di aver rincorso per quasi tutta una vita i sogni scritti e le illusioni dettate da bocche e menti che rubano l'esistenza, ti farei riposare, no no nel tuo letto, in un letto nuovo, magari fatto di onde e di profumi di fresie e vorrei osservare il tuo risveglio quello vero, e... abbracciarti forte e delicata per non farti male... scarpe morbide ai piedi appena nati accarezzati da un gatto, e occhiali tenui per non affaticarti troppo la vista dallo stupore e capelli bianchi spettinati per lasciare passare il vento e le orecchie libere per sentirti finalmente il tuo nome! Tua figlia... quella selvatica.
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