Una rondine mi ha chiesto di scrivere. Io qui chiuso incatenato - tra due muri.
Ed allora scriverò.
Di un volo d'uccello libero come nuvola, e leggero, come piuma.
Un volo verso infiniti orizzonti infiniti.
Un volo pieno di luce, che attraversa qualche nuvola - è vero ma che ne esce anche sempre con qualche battito d'ali.
Scriverò di un volo a volte incerto, intimorito dai paesaggi sconosciuti che attraversa, ma un volo che affronta a testa alta ogni montagna e foresta, ansioso solo di scoprire quello che c'è dietro.
Scriverò di un volo strano ma unico a modo suo, spesso additato dal popolo dei camminatori come estraneo, e da quello dei volatori come impossibile.
Scriverò di un volo che conduce e mai si fa condurre, di un volo che si intreccia e intreccia innumerevoli altri voli.
Scriverò di un volo che dallo scorso autunno mi ha accompagnato e mi accompagna sempre.
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