Malinconia e languori di arpe e viole morenti viali tappezzati di brune fronde nebbie cadenti e alberi spogli sgomenti di solitudine e sparizioni gemiti e trapassi silenti muto segue lo sguardo dell'essere da questa postazione in disfacimento. Logora e commette inclemente i suoi crimini il tempo rottami fra schiume i ricordi di giorni lieti fugaci passati. Non fuggiremo mai più dal gorgo: nei fumi e nei sogni dissolti riassunta tutta è la vita; cenere è oggi il fuoco che ci arse spennate e spezzate le ali dorate. Chi più ci abiterà se nessun polline giunge sul cuore e la gramigna colonizza le nostre zolle che fiorirà se tutto rabbrividisce e solo una primavera ci fu data! Nulla più ci ubriaca scomparso è ogni prurito ideale l'asfissia è completa trascinato dal volano degli anni stride e cigola un corpo sull'autostrada a senso unico dei giorni e delle notti.
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