Frastornati da spot pubblicitari, abbagliati da ammiccanti insegne luminose, noi, aborti di speranza, ci aggiriamo nell'anonimato cittadino. Ingoiamo acerbi Frutti di solitudini, beviamo a fonti inquinate di egoismo e delusi trasciniamo valigie vuote di fraternità. Ci scuote improvviso Un fischio acuto: ripassa il treno del primo Natale della storia. Anche ora, sei Tu, o Signore, che trepido, speranzoso attendi ancora la nostra travagliata nascita all'amore.
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