Come acqua diretta al mare dolente e esausta pazza di sé al nulla scorre la vita; fuscello di anni seccati si impiglia riemerge e fluisce il relitto di essere in balia delle furie e del tempo ondeggia tra urti e gorghi alla deriva vanno fecali progetti e illusioni desideri e pazzi voli. Che abbiamo da guardare attristati o sgomenti: sapevamo già tutto! Breve intervallo di presenza e di luce durante il perdurare ci fu concesso nati vivi. A che l'urlo disperato davanti al cavo del vuoto nell'ultimo recesso dello spirito coinvolto nel degrado della carne? Frammenti, minuzie, a-valenti atomi bruti poi più nulla resta di noi umani sospesi nell'insieme abolito di cielo e terra. Non si può mangiare un dolce senza consumarlo vivere senza morire amare senza soffrire restare nubili di speranze. È cosi! Tanto è dato niente pesa come il niente e non si possono stipulare accordi su inizio e fine tema e trama con l'Inconoscibile: questo è il suo e il nostro limite. Passano in un'aria di piombo continuano a passare come noi in alto le nuvole senza rumore dileguate e irraggiunte nel placido azzurro del cielo.
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