Un tango nostalgico e struggente Danzato in un abbraccio che iniettava veleno Abbandonata tra braccia e movenze Seguivo un corpo bugiardo di intense illusioni Era un vortice, era tempo fermo e sospeso Era carne che sapeva vestirsi e svestirsi Di promesse e disprezzo Era bugia appassionata E sublime Sussurrata sulla pelle E le parole erano gocce, scorrevano sulle mie dune Annidandosi nelle mie conche assetate Stillando il loro perverso lirismo Là dove ero più fragile.
appena ho finito di leggerla ho sentito quell'emozione che ti coglie quando sei da solo, e la mente rievoca momenti dove si celebra lo sposalizio della gioia e del dolore,dell'amore e del odio.questa tua poesia e' l'epifania cioe' la manifestazione di chi ha vissuto in piena coscienza una dialettica dinamica donde il corpo diventa il punto d'inconro di un dolore che e' verosimile,quasi incredibile ma ognimodo esistente e persistente,ma soprattutto performativo,ossia che cia educa a trasformare in una sublime danza le vicende dolorose.Grazie dal profondo della mia Anima per avermi fatto provare una sub-liminale emozione.
Commenti