Verrà il giorno dopo la notte e io non so se sarò qui o là se su un bigio muro scorrerà domani ancora la mia ombra all'allungo dell'arco del sole. Non so più nulla di me del mio cuore e della vita e tendo a indovinare se di essi mi chiedono; sulla porta delle attese più non c'è più nessuno che chieda di entrare e non so per quale ragione ne tanto arrossisco o apro bocca se una donna incontro e mi parla. Resto il bersaglio fisso per una nera arciera che se non arma l'arco o sbaglia mira domani mi lascerà oculare testimone di me stesso, spettatore del dissolversi in aria di un guscio di soffione, di gente che gira in tondo a speranze e illusioni. Come oggi come ieri al monotono rullio delle ore. Chi mescola le carte e rifà destini è assente pure l'oroscopo manca e io non so più nulla né della luce né del buio. Oltre i paletti i recinti e le nubi portami via con te vento or che come piume son caduti i sogni stappata è la vela e franti sono i remi... Di essere durare e amare svampato il desiderio nulla più di umano si inventa la vita: la baldracca stanca e impallidita! Risucchiami ora vento tra le tue trombe smembra i miei atomi e sia polvere: a che serve restare fino al tramonto e poi attendere il sogghigno delle ombre.
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