Non seguire il pendio, fermati ritorna indietro: ti stupirà ancora la vita! Voltati, allontanati dall'ingiallire del fogliame e dal suo ultimo cadere alle prime brine. Un pulviscolo di sole, un favillar d'astro un nuvola in alto che l'ombra improvvisa ci dice che passa la voce di una folata che si leva e squarcia il silenzio che ricade quando essa cessa e tutto tace un volto lieto, una ridente pupilla un riso occasionale tra quelli che parlano una mescolanza di illusioni e di speranze ancora possono affrescare le pareti del cuore e dare un'emozione. Per la china di morte volontà d'essere passano solo diligenze per il vuoto e tanti sono i macigni astratti di un cielo senza senso sul cammino di chi vi transita dal nulla sottomesso. Simula altro viaggio e abbandona la china: opposto cammino sia il tuo ancor tutto non evapori tra esalar di respiri volontà di tutto ciò che è vita. È solo nel frinire, pur se stride, che vive la cicala, per espandere la sua essenza solo sboccia una rosa: i morti son sepolti, le perdite perdute pur su una sgangherata zattera al naufrago nella canicola o nella burrasca possono comparire altre lontananze.
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