Perdono il silenzio, perdono una carezza che anelava a sostituire le parole, perdono il mio treno che deragliò dai binari della vita. Ma c'era qualcosa di forte e senza rete nei suoi occhi. Una sigaretta dopo l'altra e firmo l'aria con boccate di fumo. Un volto appare sul fondo del bicchiere troppe volte svuotato di fretta. Ma quale viso, quale nome, quale ricordo, se tutto fonde e confonde? E la realtà è metallo liquido in cui annego, labile sogno divorato da tarli dove annaspo, macchia sottile di te. Sfiancata dal silenzio creato, la malinconia prosciuga le energie positive. Si spegne un giorno per ricaricarsi e poi tutto ricomincerà, il mondo riprenderà a girare e forse anche a funzionare quando alla testa colpirà qualcosa di duro come l'amore...
Ottava classificata al concorso XII edizione Poeti dell'Adda 2007 (la premiazione è avvenuta a Melegnano (MI) il 19 gennaio 2008 e inserita nell'antologia omonima del concorso.
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