Trepida luce ai margini dell'ombra giunge la tua parola a rischiarare gli oscuri spazi della dimenticanza. Graffia ferite mai chiuse, tracciando vie di amarezza da me già percorse.
E la memoria arretra, travolta da vertigine d'eventi, sfoglia pagine bianche, vuote d'amore, cerca sincere parole che forse cerchi anche tu, amico deluso, quando nella spirale d'indifferenza che ti circonda la solitudine s'è fatta distacco.
Che darti, se i sogni feriti da gelide lame di sguardi, raffrenati da àncore di fuoco - marchio rovente di dure parole- ora fluttuano su spente acque d'oblio in cerca di ristoro: gabbiani troppo stanchi ormai per alzarsi in volo.
Che dirti? Le secche foglie delle parole volteggiano nel turbinio dei pensieri senza oltrepassare la sfera indurita, - sono solo echi soffocati- e i fogli gettati nel cestino non sono che singhiozzi accartocciati.
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