Di nebbia sottile il freddo respiro d'autunno imbambagia il silenzio.
Solo il sussurro del tiglio ferito, del ramo caduto che blocca la soglia.
Non apro ai ricordi, ai muti fantasmi assopiti, ai sogni smarriti che bussano lenti.
È ora di solitudine, è tempo d'ipnotica attesa, di macerato rancore, di rassegnato dolore.
Domani chissà, disciolta la coltre di neve, lontani i giorni del pianto, sarà una carezza di sole a riportare il tepore, sarà di nuovo un sorriso a risvegliare un palpito d'infinito.
Commenti