Mi appresto alla vista sacra della Madonna del Sorbo i miei passi scricchiolano sul selciato solo rumore di brezza e il ticchettio di un Picchio verde accompagnano la mia ombra all'improvviso il cuore si fa meraviglia si apre la valle feconda tra chiazze di fiori e ginestre... ramingano i buoi ogni tanto il gorgoglio delle placide acque del Cremera rompono il silenzio della natura tra i cespugli un usignolo di fiume accompagna il mio passare lo zaino del viaggio comincia a pesare. Dal culmine della collina i tetti di Formello cominciano a prendere ordine il mio vecchio bordone passa l'arco di Porta da Capo l'immagine di un Cristo mi accoglie a braccia aperte l'anima si rallegra sfioro il Palazzo Chigi con il suo maestoso portale intravedo lo scrigno del chiostro abbraccio con lo sguardo questo disegno d'ingegno umano la piazza si riempie di sillabe che diventano parole di stupore dei Romei stanchi nella risega dell'angolo c'è la Chiesa di San Lorenzo con la sua meridiana per il tempo antico il bordone avanza tra le fessure del paese la luce interrompe il suo viaggio tra i tetti e le case del Borgo dei Chigi petali di gerani seguono la voce del vento anguste viuzze animate da gatti salutano il passare del pellegrino interrogo i miei passi tra sogni e speranze adesso so... di non avere più confini l'ultimo campanile della chiesa di San Michele Arcangelo contempla l'agro veientano il tramonto si adagia sul borgo che guarda Roma mentre le stelle mi aspetteranno a San Pietro.
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