Occhi ardiscono sparite lontananze penombre inargentano attese disperse sulle palpebre respiri di nuvole spoglie franano sulle nostre lastre infrante il seme disseccato sulla carne feconderà le colpe e il frutto, lo chiameremo sangue
sia fatta la volontà delle mancanze del fiore appena nato, appassito nel prato inaridito e cocente della fragilità della mente della vita fatta niente di ogni madre ferita da spine di rose nel ventre e di tutti gli istanti che diventano gocce
sia fatta la volontà del cielo del buio del lampo del tuono del nero frastuono della bellezza crollata della memoria e di ogni parola aperta astrusa incompresa richiusa, allineata sui bordi dell'esistenza sperando che una qualsiasi eternità la possegga
sia fatta la volontà di ogni preghiera cieca, disperata e speranzosa urlata o taciuta dalle ginocchia spalancate, devastate della sera.
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