Ho imparato a mentire, tessere trame di vite fasulle, cucire ragnatele di fragili scuse. Spesso lo richiede la vita per sopravvivere. Ma ho avuto buoni maestri: i miei quasi amori, insegnanti di un tempo strappato, capaci solo di respirarti l'anima, incapaci di sciogliere quel vuoto denso che ho dentro. Ed ogni volta che se ne vanno lasciano un cuore da rammendare, un letto i cui cuscini fanno male, una vita cambiata in pianto che abita un mondo cieco. Chissà se è possibile cogliere un fiore il giorno dopo il dolore.
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