Celati son a noi misteri esistenziali, origini dell'innate paure insormontabili, inconsulte reazioni, smarrimenti e aberrazioni. L'oscurità riconduce alla fonte dei disagi, la solitudine s'occulta nei silenzi prolungati e ci asseconda mestamente, inequivocabilmente, fedelissima amante.
Ci arrampichiam su specchi, onde palesarci degni ad altrui occhi, bensì nella matrice siam confusi, perennemente in cerca di noi stessi, dell'io che s'ostina a non svelarsi, a non aprirci gli occhi foderati alfin di dissipar dubbi circuenti le menti.
Stolti, peregriniam alla rinfusa, alla ricerca di qualcosa lungi dalla coscienza; ci aggrappiam alle radici, onde evitar d'esser estirpati e perder sì memoria d'esser nati. In ragione della moderazione, abdichiamo gl'istinti naturali, tuttavia viviam nella gravosa incognita d'ignorar realtà, attinente al pensiero filosofico, sul chi siamo, donde veniamo e dove andiamo.
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