Cangiando le sue quadrupli figure, il fuoco s'infiammò per la feconda terra, d'inimitabile natura intrisa, di cui percepiva l'ammaliante sensazione.
Contemplando l'incontaminato volto matriarcale, nei cui occhi s'affacciavan i tre regni naturali, l'orizzonte rispecchiava il suo serafico splendore, nei capelli entrava il sole, sulle mani sue poggiava la sostanza materiale; si struggeva per amore...
Furioso alquanto per la coscienza di rispecchiar se stesso, smaniava di dolore, quel singolare essere bruciante, ch'ardeva per l'assurdo, sconvolgente ardore.
L'eterea aria ossigenante e la scrosciante acqua sorgente sembianze alternative, ammutolite, subivan l'insensato malumore della cosmica entità, forgiata di filosofico concetto, implorante corrispondenza dell'inusuale sentimento.
Ribollente di passione, le sue lingue incendiarie lambivan pericolosamente tal sacral generatrice di materia primordiale, quella parte da lui amata follemente, incosciente ch'essa fosse il suo grembo naturale, la sua madre originaria, nutriente il suo calore, il suo fulgore.
Preso atto del reale, si dovette rassegnare ad amarla in tale veste.
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