Il ricomporsi di prische sorgenti indifferente eppur turbato odo atavico scorrimento di memorie che viaggiano su unghie che mai il tempo ebbe a scalfire. Spettatore giaccio impotente, dell'assassino gioco del rintanarsi d'un'inviolata violenza. Si snoda il labirinto di rame delle rimembranze nel velenoso perimetro d'un antico, maleodorante cortile, finché il rimpiattino fedele non s'avanzi, sgargiante, irridente metafora del celarsi all'inopportunità del vivere. Muta veste e pavoneggiandosi va l'improntitudine dell'osare fino a frontiere di seducente vastità del bellicoso dimenarsi incurante tra scogliere d'orfica impotenza. nulla urla con più studiata veemenza dell'ombra di un pensiero sempiternamente anestetizzato dalle carceri d'un irrazionale volere, che a stagliarsi s'imprende provocante sulle mura d'un obliato edonismo. Il domani s'incunea su volto eburneo cesellato in fenditure di inestirpabile miseria.
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