Affacciati dalla veranda e vuoti volgi gli occhi verso l'alto; a destra un monte c'è di fronte segui il crinale e prosegui lungo il profilo della cima ne emergerà un bassorilievo. Antropomorfo immaginato quel rilievo è come un corpo addormentato nella morte effige con man conserte coperte e raccolte sul petto. Non è forse metaforica bara a cielo aperto di un uomo? Disceso nelle tenebre né il lume della luna né della diurna luce i suoi occhi spenti potranno più guardare. Alla pioggia, al sole al vento giace per sempre un fulmine di amor negato ne carbonizzò la vita all'annerirsi di un giorno. Ad esso ancora guarda ma sorda non parlare: all'eco della tua voce affanno d'amore vivrebbe carezze e vita chiederebbe e battere rivorrebbe un cuore. Da quel profilo traine uno schizzo e stampalo sull'ultima pagina del libro in cui racconti la tua storia ma non editarla nella collana dei sentimenti e dell'amore, i posteri che in alto vorrebbero volare non vi troverebbero insegnamenti alati. Guarda dopo altrove, voltati al tuo passato e al tuo avvenire ritorna dove ti getta il nulla tra le minutaglie giornaliere alla clausura dei tuoi pensieri: senza amore ogni altro sguardo insulto risuonerebbe a quel morto tacitato ma con cuore loquace.
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