Guardo fuori, vedo me stessa, Treni di ricordi sfrecciano veloci e il tempo che mi prende la mano, mi sfiora l'anima. Io dentro me che vago nei vagoni dell'inferno, odio vedere le luci che brillano, sogni spezzati che piangono senza tregua. Io donna vissuta fuori la rotta della solitudine, vedo un barlume in lontananza chi sono: una bambina che piange un sorriso mai avuto, una mano mai stretta, una carezza desiderata, un amore perduto. Punta estrema di me, dove mi piace sostare per far apparire la mente una sorgente di emozioni smarrite.
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