Un giorno è entrato a far parte di me un rumore silenzioso, silenzioso per tutti, eccetto me. Poi cosi come spesso accade, riuscii a decifrarlo. Lui era solo un giudice, un giudice di tutto, criticava tutto ed esaltava il bello. Cosi elaborava, pensava e rideva, si divertiva e dispregiava, mi consigliava e mi compiaceva mi uccideva e mi faceva rinascere nel tempo stesso, ed e restato li immobile senza farsi ferire mai da niente, come dovremmo essere noi, "uomini" sani e forti coraggiosi e distaccati, ma lui, lui lui è di più è come un ente superiore, come un Dio, è una parte estranea di me, fermo, mentre tutto gira e soffre, e solo oggi so che è un "libero pensatore".
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