Cuore, grammofono che stridi, pezzaccio di latta arrugginito preso a calci dalla vita ora che nessuno t'ascolta nullificati rimarranno i tuoi motivi! Rintànati nel vivaio arso dei ricordi e fatti pure muto se nulla barbaglia per l'orizzonte a cui riguardi! Si stella la notte in fuga eppure tra le tue spalancate imposte non trapelano che deformi sagome scure soli andremo sotto la luna! Stasera per noi scordato è ogni strumento, cupo e distorto è ogni ancestrale suono e solo un murmurare assiduo di duoli dai lidi deserti dell'animo provato si ode! Adelante pestifere pene dilaganti, son qui ad aspettarvi, infierite di più scaraventatemi nella disperazione! In quest'ora torbida e pregna di amaro crudele si svela l'ascoso senso del vuoto, ci adunghiano artigli di mostri invisibili spuntati dai dirupi scabri dell'eterno! Se presente e passato si annullano in un momento se l'avvenire è d'argilla e non turbinano illusioni, arresi consegniamoci pure all'atro fondo! Scompariamo da questo mondo che non ci vuole e da vivi, se rabbuiati, illuminarci pure disdegna con chiarie di speranze. Tutto è così e così è l'amore passa e nulla più resta insaccati nel nulla vorremo solo riposare nel mare delle ammortate presenze. Sorte inclemente fatti clemente traghettami senza indugi sull'altra sponda!
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