Se prossima al mio cuore ti penso non pronunciare parole che uccidono ma forte baciami e abbracciami come chi, caro e lontano, -vaga memoria destata- nel risveglio de ricordi, inaspettato un giorno ritorni. Alle voci del petto udienza accorda ora che ansio parla sommesso e sottace quanto l'anima grida! Indicibile aspra e spirale infinita è stata la distanza patita prima di giungere dove tu bramata più non sei ed io... ancor ti guardo! Oltre le aspre cime del silenzio, per greti arsi e strade semimorte, tra vociare di venti e fiammate di sole, seduto su un sasso a scrutar passi di nuvole, di respiro in respiro sempre ti ho sognato; apparizione inverosimile; diafana e muta, ti ho vista sbucare dai corridoi del nulla illudermi e abbandonarmi senza un saluto! Comincerà mai la nostra storia? Sotto una pensilina si fermerà questo treno di pensieri in fumo che in nessun posto mi porta? Lasciami guadagnare un raggio di luce scardinare l'ombra che mi rinchiude; affrancarmi dalla solitudine ricevuta quando per deserti, errabondo senza una compagna speranza, ho vaneggiato mari irreali oltre le dune. Ah sì, si nasce alati senza saperlo terreno, poi si consuma con poca convinzione un magro destino! Ti svegli con il giorno negli occhi candido per il mondo t'avventuri; frughi tra formicai e mercati di carne sognando un incontro senza imposture; fantastichi che un vuoto si colmi e una dolcezza trabocchi fino alle labbra, che un pallido domani, prima dell'occaso, si imbelletti con caldi e vivaci colori. Ma niente accade e bianche restano le pagine ove annoti passato e futuro: o povera vita che inosservata tra tedi fuggi, amore che muori e non torni e in mezzo agli altri solo ci lasci! Così tu vuoi che conduca questa battaglia aperta e il cui esito non rimuove dubbi? E allora sappi dirmelo quando ti guardo: si compirà il non senso dei miei giorni senza oppormi, mi farò distruggere dal vizio assurdo di pensarti.
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