Scritta da: TinaVilla
Oggi ti pensavo
a memoria
sorridendo da solo
disegnandoti come non so fare.
Da poco erano passati due caffè
e le undici e dieci.
Intelligente, ironica, dissacrante, sensibile.
Mia.
Anzi, sembri me
ho annuito al vicino di tavolo, che subito ha cambiato posto
ma con me non posso
e allora ti tengo sulle ginocchia.
Cambia molto a parte i vestiti?
Tolti quelli restiamo gli stessi.
Lo stesso sangue. La stessa anima in disparte.
Sempre sembriamo cuori a teatro.
E d'intima interpretazione
di applausi
e frusciare di rose portate correndo
ti vengo a cercare.
Forse lo so dove sei. Ma non mollo. Io non smetto.
Mai ti metterò tra i compiti portati a termine
perché ogni giorno possa nuovamente conquistarti.
Non ce l'avrai con me
se quando abbassi lo sguardo un po'
ti amo proprio come non so fare
sfuggo l'insistenza della vita
e sotto alla tua luce sottolineo a matita l'attesa d'un bacio.
Il suo verso.
Una rima baciata tra il tuo collo nudo
e i miei cieli sparsi dentro.
Sei così bella abbracciata ai tuoi sogni.
Chiedimi una volta ancora cosa vorrei essere da grande
ora che le rughe sono comodi letti per dubbi e felicità
qui
nello spazio breve che ci separa
mentre sembro indaffarato a racimolare qualche spicciolo
per un caffè
con la cassiera alle calcagna
non ti lascio scivolare via.
Ti osservo ancora un po'.
Proverbiale distanza tra pensarti ed essere.
Chiedimelo ancor
e ti risponderò:
uno degli infiniti soli caduto per sbaglio tra due labbra socchiuse;
le tue.
Perché non c'è altra meraviglia al mondo
che possa in alcun modo trionfare l'anima
per cui io possa mai
in nessun'altra vita
meritare di viverti. Di vivermi.
Mi dici che ne valgo la pena.
Parli di me.
Delle mie poesie.
In questo giorno di metà settembre.
Il tuo pensiero
mi corteggia tra le note di una stagione
che giunge prossima all'apice del suo splendore
e sembra un tutt'uno
tra le foglie a terra che vestono il colore dell'autunno
e il loro strambo modo di rincorrersi.
Ne raccolgo una.
Ha strane venature che l'attraversano.
Ho interrotto la sua buffa corsa.
Forse è questo che fa l'amore quando incontra due anime affannate come le nostre.
Le solleva da terra lasciandole riposare l'una dentro l'altra.
Per un po', oppure per sempre.
Per quel buffo modo di rincorrersi.

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