Puoi tu impedire al flutto di non lambire la proda a una brezza serale di non accarezzare una chioma o al calore di non abbandonare il ceppo che brucia? Così si manifesta il respiro del vivente: è nello svolgersi del suo fluire che scrive la matrice degli atti del suo essere; la vita sempre irrompe se non è quiescente e la morte sgambettata solo tardi trionfa! E così ti telefono a mitraglia ti scrivo come un condannato incessante ti penso, ti riproduco invaso di dolcezza, rinnovo con un ritmo forsennato la volontà e il piacere di esserti accanto; non è una pressione, un incalzare un attrito che vuole affaticare il tuo viaggio ma il dispiegarsi raggiante di un'anima, l'amore che, come acqua nella conduttura di due vasi comunicanti, fluisce per raggiungere livelli uguali. È come il miracolo del seme che vuol farsi gemma e frutto nel deserto e porta dentro di sé altra vita. Segregare l'istinto lo spirito o un pensiero è la più gratuita assurda violenza commessa contro sé stessi: replicare la nostra genuinità e mai stupirci del suo perpetuarsi è la complessa meccanica con cui impedire epiloghi non voluti all'inevitabile svuotarsi della clessidra che misura il lasso di tempo che ci è dato.
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