Orsù ottobre, sei arrivato? Stai sfiorendo il verde prato? E le foglie silenziose, giù dai rami, fino a un tempo, rubicondi, piroettando, fai cadere, nell'attesa dei bei tempi più fecondi. Vento freddo sferza i visi; irruente e dispettoso, i cappelli fa volare e, lontano, ruzzolare, per far correre i passanti. Pioggia bagna case e strade ed il sole, timoroso, tra grige nubi, si nasconde, quasi ad essere a riposo. Anche il mare ora appare agitato e quasi irato, sobillando le sue onde a incalzare e far rumore, non di canto, ma lamento, per avercela col tempo. Caro ottobre malandrino, che indossar ci fai il mantello e portar dietro l'ombrello, hai i capelli rosso mosto, dal sapore del buon vino e di castagne messe arrosto. Senza te, messer autunno, non sarebbe più lo stesso, quindi, stanne pur sicuro, tutti noi, l'anno venturo, t'aspetteremo, come adesso.
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