Piovuta giù, dal cielo come pioggia, leggera, a tastar l'erba del prato, che, mai, inanzi, avevi toccato, piccolo angelo incuriosito. E, come uragano, l'arcobaleno, hai plasmato, al fin di ravvivar, d'iridescenti toni di colore, quello squarcio di mondo, su cui hai posato l'etereo tuo piedino. Un ciuffo tenero, di verde ammantato, con la tua minuta mano, hai raccolto, portandolo al nasino, per odorarlo, avanti di portarlo, con te, in quel del paradiso.
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