Spremere seni di corpi maturi sul greto crepuscolare dei giorni e avventare mani su limoni indecisi alla ricerca di lacrime e sorgenti di estasi su gocce di ricordi che non placano la sete.
Solleticare l'impensato dando un senso agli eufemismi mentre il torchio si fa burro e le labbra scivolano lente sulla bocca impolverata dalla morale e dagli affanni e si scioglie come cera l'ultimo lume a mezzanotte.
Respirare come un mantra l'insaziabile euforia d'un cerino che s'accende e la notte rende aurora mentre fuori sulle scale urla il vento tra gli amplessi e l'orgasmo che l'assale non è che l'eco degli applausi.
Commenti