Nonostante il percorso inerme, il richiamo d'avventura riconduce sulla soglia dell'ignoto È incomprensibile il suono quasi malvagio che distoglie la mia anima Una volta c'era, era l'odor della campagna, una volta c'era. Fumo nei miei occhi, ho sospirato e pianto di lontano La corsa del tempo stordisce le mie forze ho chiamato e frugato di lontano senza più ricordarsi di ricominciare.
Quando l'immagine vagabonda è entrata nella mia vita, ecco cos'è successo: ritenersi liberi ma rischiare il passato, rischiare il passato e custodire nell'anima ombre vaghe Rincorrersi e trattenersi è così che si vince la foga irrefrenabile Parlare, cantare, sorridere non è un caso inimitabile Ma voglio impadronirmi del magico segreto, non nascondetemi nel silenzio della sera. Di questo mi rimane che l'ardere infinito di stelle, l'irreprensibile volo a due senza ali. Di questo il terrore e furore si cingono tutt'uno. Mani vuote, anima persa, chiarore e passione, il tutto è vago. Quando immagino il cielo imbrunito non più discorsi di fuoco. Quando risalgo l'intimo amore non più l'incanto rimasto ignoto. Fuoco, passione, ardore il tempo di cose vaghe. Ritrovarsi a sorridere spegnere illusioni e addormentarsi.
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