Vivo bloccato da cinghie invisibili su un letto che è un cardo isolato nella stanza deserta; dalla finestra filtra la luce del primo mattino è già giorno? La luce ambrata si diffonde sulle pareti, ricoprendole d'oro; la polvere volteggia cheta nella stanza ricordandomi che oramai da troppo tempo non vi entra più nessuno.
Dove sei? La stanza vuota mi spaventa: è una fauce spalancata vorace paziente. Non ricordi? Le nostre intere giornate passate qui a fare il nulla a godere della presenza l'uno dell'altra senza artifizi insieme noi; e i nostri occhi intrappolati in una gabbia di bugie e false speranze volano le mie memorie.
Ma tu non ricordi.
Ora sei altrove e non pensi a me i tuoi occhi perduti nella nebbia; sono solo, io perduto nella vastità di una stanza troppo grande per me smarrito svuotato deluso.
Forse un giorno anche il tuo cielo si squarcerà e tuoni e fulmini si abbatteranno su di te; forse ti rifugerai anche tu in una stanza. Forse allora ricorderai; ma io sarò già morto.
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