Nelle tue labbra febbrili di avida vita sconvolta amai quei sentieri di porpora del piede desto e della tua marmorea coscia dove palpita e trasuda ogni nascente abisso. Vita, troppo vita in te abbonda e per le mie sgorga di un piacere che fu per te un incendio.
Era l'occulta notte, e nel silenzio una bocca di schiuse voglie ardenti la tua, che m'illuse innanzi le tue mammelle divine ignude, su cui cadde la pioggia celeste e la mia corona sul diffondersi delle tempeste dei baci più forti della morte.
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