"Tenisse cent'lire? ", strascicando le parole da una bocca contorta, le palpebre socchiuse e lo sguardo spento, perso nel vuoto e nell'olezzo dei suoi stracci, nel sozzume del suo corpo, cotto dal sole e ferito dal dolore, dalle piaghe che la strada ogni giorno di più muta in solitaria morte. "Amico... tenisse cent'lire? ", lo sguardo basso e la mano tesa a chieder vendetta di una povertà mai voluta, sia d'animo che di monete, quando scrisse con l'ago "Odio la vita" su un muro e cominciò il non ritorno da dove forse mai partì.
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