Se dovessi andare a Samarcanda magari troveresti Sherazade in mille riproduzioni, vestita di lustrini, come souvenir, e le cupole dorate di Al-al-Din ricoperte di segnali turistici sovietici e ossidate, su un cielo metallico.
Ma restare è come partire. Da qui si stendono i campi dell'Oxfordshire già del colore di una sovrana d'oro. E quando il fieno è raccolto in balle che sembrano ruote, e l'occhio corre dai solchi scuri dei trattori all'orizzonte nudo dell'autunno, là brucerà là Samarcanda
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