Come si muore, quale preghiera rimane, quale forza nel cuore, quali ancora parole se non lamenti. Insieme e in fondo soli, come si muore, senza più ricordi, senza pelle e più ossa, ombra della propria ombra di notte e col sole. Calda la paura rende di fuoco l'aria e di sangue le lacrime, di ghiaccio il sudore. Come si muore a pochi passi dalla morte, come si muore in piedi e ginocchia a terra, con occhi randagi a cercare la fuga non dalle anguste mura ma dai cento altri sguardi, sbarrati nell'orrore dell'addio alla vita e spaccati dall'odio dell'odio come un sasso nel cuore. Mano nella mano col silenzio nelle parole e il lamento nel cuore, dal profondo si leva l'urlo sotto le docce infami e assassine che bagnano di morte le schiene e i nudi capi chini. Come si muore insieme, spalla a spalla, corpo contro corpo vomitante sudore, nudi nel freddo e vuoti, ormai vuoti, già morti nella vita, già nella vita oltre la morte. Tutto rimane, le braccia marchiate, le vite segnate, le lacrime a spasso coi ricordi, a torturare l'anima di chi ce l'ha fatta, il ricordo di chi non è tornato e mai più tornerà. Come la neve, polveri bruciate e ceneri come la neve, sputate fuori dalla fiamma carnefice, che gli occhi segnò di giorno e di notte, che mai tremò nel dare la morte, legando il dolore e le fiamme, la vita alla morte.
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