Tacciono le labbra chiuse suggellate da un arcano senso di mistero, e, simili a corolle reclinate, pallide e mute in un silenzio austero, rinchiudono dentro la parola ardita, l'enigma della morte e della vita. Tacciono gli occhi ora chinati al suolo, ora fissi in visione misteriosa, ora seguenti delle nubi il volo, ora vaganti incerti su ogni cosa. Muti e freddi, così che sembrano spenti occhi chiusi alla vita e ai viventi. Ma l'animo d'amore alto favella e ride e piange. Or folleggia or freme, or canta la sua fede ardente e bella, or sugli affanni tristemente geme e con svariati accenti ad ora ad ora un po' di ben dalla sua anima implora.
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