Era la sera della festa del santo, m'ero stancato la tua bocca a baciare e su quella piccola bocca avevo pianto le impensate mie lacrime più rare. Movevano nere nuvole il loro manto lacero, sul bagliore crepuscolare di primavera l'aere tutto quanto echeggiava di reduci fanfare. E il brulicar di gente, e un repentino odore di terra smossa con la brezza, tra case alte accigliate, da un giardino, mi parvero, tra il bruciar delle mie care mani, una mia nuova giovinezza accompagnare di un sorriso grave.
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