Hai reso alla mia penna la scintilla dell'oblio, la cupezza dei momenti da tradurre in scritti e graffi, con cui io mi dilanio il cuore e rigenero i suoi battiti; sentimenti scavati dalla risacca, che penetra nei più profondi anfratti, portati al largo e di lì di nuovo a riva, tra le conchiglie capovolte e frantumate, assopiti e stanchi, tra i riflessi brillanti della luna sulla sabbia; scrivo per me e leggo per rileggerti, per perdermi nell'illusione dei tuoi occhi rapiti, della forza del mio pensiero che diviene azione di straziante passione, catalizzata dalla tua ispirazione, estasiato nell'idea d'autodistruzione che tanta luce non potrà che costringerti a distogliere lo sguardo.
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