Non nell'incavo scavato dai canti né nell'antro svestito dei rimpianti ma in brande dormienti di freddo metallo hai curvato il rantolo rugoso dell'esile veglia
al cupo dei sogni mancando il precetto d'incanto hai rincorso tremante uno spettro d'appiglio
quindi giaci rivolto e battuto sprofondato su un lino sgualcito le mani irrisolte rapprese su una treccia di paglia di un'amante già secca.
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