Il cielo è silenzioso stanotte. Stracci di nuvole d'inchiostro, macchie d'acqua sporca, gli accarezzano il viso. Una volta erano mie, una volta. Ora il mio calamaio è una limitazione. Il foglio identificazione. Ah se solo potessi potessi stringerle nel mio palmo, come gli uomini fan con gli accordi, potrei riunirne i pezzi, ri assaggiarne il possesso. E se serrando il pugno, queste si legassero, colerebbe via il loro nero succo? Indosserebbero l'uniforme di carta, le scarpe da lavoro? Chi lo sa. Io lo scrivo nella volta celeste, e una volta aperto il mio stringere dita, e allacciate le stringhe, leggerò attraverso le righe della pagina, di questo foglio che chiamano cielo, cosa c'è che non va. In me.
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