Diario della Solitudine
Camminava per strada,
l'ombra soltanto seguiva il suo passo.
Era inanimato, quasi nessuno
per i gonfi spettatori tutti in raduno.
Per i fantocci in cravatta
in compagnia di un Armagnac
alitava come fa il vento sulla vetrina del bar.
Aveva bisogno di parlare con qualcuno,
e tra se diceva: "dai, ci riesci."
ma tutti gli altri esseri
sfilavan muti come pesci.
Nella speranza d'orecchie amiche,
parole asciutte, parole vuote
sospirava dalla sua bocca quasi a mezza voce.
Nessuno lo sentiva.
Nessuno lo capiva.
E allora,
con l'anima dura di chi non perdona,
mutava in un lampo l'anima in aggressiva.
Schizzando parole e insulti in aria,
attendeva una risposta,
una parola inesistente,
che sperava essere tardiva
semplicemente.
Composta martedì 18 settembre 2012
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