Esser trattato con disamore, molcito, rabbonito come un cretino malriuscito, oppur gestito con tono altero ma servile, guardato con disprezzo, come se un lezzo sottile scaturisse da me, vile profeta in patria, nutria deforme, malnata, abbeverata al filo dell'infamia e della maldicenza, sempre con un secondo fine nascosto, come se stare al mondo dovesse ad ogni costo implicare un tradimento necessario al tuo sentirti viva, al mio sentirmi avvolto nel sudario dal volto impresso che ogni giorno mi cuci attorno – ma fa lo stesso.
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