Quale meraviglia è il raggio maggese Ch'illumina il sorriso tuo nella notte, Tu che trascorri né miei sogni fanciulli Per mai abbandonarli: vispi sul tuo viso
Quegli occhi neri e del mare, Ch'intingono a lampi Passeggeri – quest'imperante tempesta Come folgori di un polo.
All'orizzonte l'angelo mio si leva in volo Verso un cielo dove più non posso: Vigliacco! Se fossi come tu mi chiedi,
T'amerei senza timore di perderti
Per sempre. Ma forse non t'ho mai persa Perché non t'ho mai avuta; come un'ape Ch'impollina il fiore e sola si spenge, Io t'ho amata tacendo la speranza d'oblio.
Né la dolcezza prima né le vergini parole Del cuore mi saranno compagne: Silenzi che sfumano e mai più ascolterò. Credo Tu sia il Sogno per cui ho sempre vissuto.
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