Petali sepali e spine conservo ogni minuzia che ti disegna riso, cipiglio, fruscio invisibile mani bambine nell'adagio di uno spartito Giù la chiave, nel solito antro dove una corale canta a più toni un silenzio straniero Contemplo il tuo giardino, di sera eccoli i boschi smisurati che si frappongono agli occhi nell'ora in cui si le finestre s'accendono Le vie desolate, avidi passi ho percorso guardandomi indietro... che pena quel quadro anonimo appuntato a un chiodo di vento! T'ho vista scendere dagli ultimi istanti e la foschia m'ha preso la mano un pezzo di vita s'è addormentato sul caldovuoto del tuo cuscino Mi dileguo insieme alla notte ma un fragore prende a confondermi... c'è una chiusa che bussa alla porta.
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