Non dirmi cosa devo fare della mia vita. Non indicarmi la strada maestra. Io la strada maestra l'ho vista negli occhi di un bimbo. Quell'azzurro perso nell'infinito grondava sangue. Ho visto il suo cuore sanguinare Di una ferita che mai si cicatrizzerà. L'ho visto correre intorno a un casolare Inseguito dai suoi compagni Distrutto, ansimante, continuava a fuggire Nessuno di loro poteva lenire le sue ferite Il suo cuore batteva forte quando la mia mano sul suo petto si è posata per cercar di fermare quella sua folle corsa.
L'ho vista in me bambino, 34 estati fa mano nella mano con mio fratello verso la fine del nostro mondo È lì che l'ho portato. È lì ci siamo seduti Sulle colonne di Ercole. Il mondo ai nostri piedi Ero felice, gli indicai la valle Un giorno sarà nostro, pensai Potremo muoverci liberamente lungo quelle strade La catena era ancora troppo corta per farlo quel dì Nei miei occhi si rifletteva il mondo che volevo Lo respirai per sentirmelo dentro per tutta la vita E ancora oggi, se chiudi gli occhi Riesco a sentirlo. E lo chiamo libertà
L'ho sentita nelle parole di un'adolescente Nei suoi gesti, sempre meno bambini, sempre più donna Nei suoi occhi verdi era tangibile l'allontanamento Dal suo Io per raggiungere il Noi Modificarsi, cambiar rotta, allinearsi Ho osservato la sua entrata nel mondo Che sento ogni giorno meno mio L'ho vista proceder spedita e veloce E felice. Seguire il branco, allontanandosi dalla verità Che solo la fanciullezza ci fa portare dentro Benvenuta in questo laido mondo, le ho detto Ma non dimenticare mai quel che eri Quel che sei, che tanto si discosterà da quel che sarai
Si fa presto, amico, a dimenticare quel che eravamo I nostri giochi di bambini I nostri desideri. I nostri pensieri. La nostra felicità Ogni giorno un po' di più offuscata Da un sordido male di vivere Io però ricordo tutto. Chi ero, cosa volevo Chi sono, cosa voglio Mi passo la mano sui capelli sempre più radi e bianchi Ma sento ancora io miei riccioli neri Capricci di un bimbo che voleva volare Ma le sue ali furono tarpate Oggi, queste ali, si svegliano dal letargo Perdono qualche piuma Ma lentamente si aprono Pronte a riprendere il volo Verso il mio vero Io Quello che tu hai abbandonato Per calpestare le orme altrui. Ti saluto, amico, riprendo il mio volo solitario Non dolertene più di tanto Tornerò spesso ad incrociare la tua via.
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