Un tempo al litorale viaggiavan tutti fossero sani, storpi, malandati o zoppi pur quando i più piangean per fame e lutti e i montanari a valle scendeano a gruppi.
Era il tempo cui s'avea rispetto della donna, dell'anziano e del maestro e, certo le croci non stavano sul petto dell'assassino, del ladro oppur del mostro.
I ricchi vantavano palazzi e fondi, i poveri stavano quieti al loro canto. Erano è vero, sì, due separati mondi ma d'audacia pochi facean vanto.
Era il periodo in cui ognuno teneva il culto della legalità e onestà e d'amore e d'umiltà viveva nella passione di sua moralità.
Gli abbienti non sono piùnè conti, nèduchi nè marchesi, ma violenti personaggi da triviali atteggiamenti da crudeltà d'infuriati bisonti.
Legati sono forte ad uomini di corte non d'alto rango per nascita e casato ma dirigenti d'associazioni incerte capaci di donare distruzione e morte.
I più violatori d'usanze e leggi che or questo arruffando or derubando quello, divenuti sono cupi personaggi che delle nefandezze cantano vanto.
Hanno usurpato spiagge, hanno usurpato fondi, hanno innalzato alberghi, palazzi han costruito, ovunque han cementato realizzando ville con piscine e spiazzi.
Con la minaccia dell'armi e lo potere dei soldi imposto hanno, asservendo ribaldi, di leggi fare loro volere e piegare ognuno al lor comando.
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