Umile ancella che il pensier mio culla e lo trasporta ai dì di prima Vita, in un incanto di un'aula fiorita di lieti bimbi intenti ad ascoltar.
E mi rammenta un canto, che tremulo io udivo: un canto immacolato in note pur piccanti e dolorose, ma già rifuse di dolcezza amara che saldamente m'avvinsero il cuore.
Piango or pensando agli anni miei nel vortice del tempo ormai passati; trema il pensiero che la notte nera giunga a carpire la mia vita e pur vibrante, grido al vento brulla tutta la vita che il mio cuor scandì.
Torna al morire il Sole rosseggiante segnando un'altra meta nella vita: pur esso mi rammenta quanto duri e di dolore ebbri furon tristezza tutti i miei sospir.
Ricordo le tue braccia a me rivolte ne l'angoscioso inceder dei tormenti: tu mi chiamavi... più mi stringevi... mentre suonava vaga la tua voce; mentre il tuo cuor piangeva e il battito pietoso piegava il mio voler.
Tutto ricordo di te mia dolce mamma: caro ricordo che mi avvince ognor.
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